Le favole della mamma

La lucina birichina

mercoledì, 10 Giugno 2009

luceC’era una volta una Lucina Birichina che era talmente piccola e flebile che non veniva mai notata da nessuno. Lei ci provava a restare sempre accesa, ma di giorno il sole brillava così forte ed intenso che ogni suo sforzo di brilluccicare era vano. La notte le luci della città erano talmente numerose che quando andava bene diventava una delle tante, ed oltretutto non brillava nemmeno di originalità in modo da distinguersi tra le altre.

La Lucina Birichina era triste perché pensava che se nessuno la notava non valeva nemmeno la pena di restare illuminata e questi pensieri la portavano ad essere ancora più fioca ed invisibile agli occhi di tutti.

Ma un bel giorno, anzi sarebbe meglio dire una bella sera, la nostra Lucina Birichina notò due occhietti vispi che guardavano proprio verso di lei. All’inizio non volle illudersi: “Figuriamoci” pensò “sicuramente staranno guardando l’insegna del bar qui accanto, oppure i fari di quell’auto che è appena passata…”

Stava quasi per smorzarsi quando notò ancora i due occhietti puntati su di lei. “Ma allora sono proprio io!” la sua gioia era talmente incontenibile che si mise a brillare come non mai… e proprio in quel momento una Bimba, guardando fuori dalla finestra, spalancò ancora di più i suoi occhietti vispi e si mise a battere le manine. “Sono qui piccolina!” avrebbe voluto urlare la Lucina Birichina, ma non fu necessario. Infatti tanto più la Bimba guardava la Lucina Birichina, tanto più lei si illuminava creando delle intermittenze che non facevano altro che accrescere la gioia e l’entusiasmo della piccolina. Infatti questa Bimba tutte le sere, quando era il momento della nanna e la sua mamma spegneva il lume sul comodino, non si rassegnava al buio intorno a sè. Non aveva paura, ma voleva ancora giocare… e quando tra le righe della tapparella vide per la prima volta la Lucina Brichina non la perse più di vista e cominciò a farle festa.

Da quella volta tutte le sere quando la mamma spegne la luce della stanza la Bimba cerca la sua Lucina Brichina e non rimane mai delusa. Come potrebbe? Ormai la Lucina Birichina si illumina per quel momento di incontro con la sua amica lontana che la fa sentire tanto brillante!

La bella (che non voleva essere) addormentata e il Mondo dei Sogni

giovedì, 15 Maggio 2008

mondo-dei-sogni.jpgC’era una volta una bambina che si chiamava Gaia. Oh, che coincidenza… proprio come te, tesoro mio! Questa bimba era gaia di nome e di fatto. Durante il giorno era sempre pronta a sorridere a tutti quanti. Ricambiava persino i sorrisi che vedeva fare in tv, ancora non si rendeva conto che non erano per lei, ma non importa… l’importante è pensare ad un mondo allegro! E non parliamo poi delle grandi risate che faceva giocando. Ogni pretesto era buono, bastava un piccolo gesto fatto da mamma e papà nei sui confronti che subito partiva il gioco. Insomma, una bambina serena ed allegra starete pensando. Sì, in effetti era così, ma c’era un piccolo, piccolissimo “ma”…

Gaia passava la giornata giocando, ridendo e imparando tante cose nuove osservando il mondo intorno a lei. Per una bimba di pochi mesi tutto questo era un gran lavoro e ad un certo punto arrivava pure la stanchezza… Tutto normale naturalmente. Gaia riusciva a mandare segnali molto chiari alla mamma ed al papà, che non appena vedevano che il suo sguardo intelligente diventava un po’ meno vispo, il suo bell’occhietto stentava a rimanere aperto, le manine e le gambine, solitamente sempre in movimento, si fermavano per incanto… subito capivano che era arrivato il momento della nanna. Ma non appena la prendevano per farla comodamente addormentare cominciavano gli strilli. Non ne voleva proprio sapere di chiudere gli occhietti… tanto meno di mettersi in posizione orizzontale. Sembrava che le stessero facendo chissà quale torto.

Un giorno, impressionato da tanto clamore, il suo amichetto Teddy (l’unico che conosceva la sua lingua…) provò a chiedere a Gaia come mai non volesse mai addormentarsi. La piccolina, ben contenta che finalmente qualcuno provasse ad ascoltarla invece che addormentarla, gli spiegò che le piaceva talmente tanto vedere tutte le cose e le persone e ancora giocare con mamma e papà, che aveva paura che chiudendo gli occhietti tutto quanto sparisse e non tornasse più. Teddy, da bravo orsetto sensibile qual era, riuscì benissimo a capire la sua amichetta. Ma non potè trattenersi dal fare un bel sorriso… “Ma davvero è questo il problema, ma non lo sai che cosa succede quando ti addormenti? Ma davvero nessuno ti ha mai parlato dell’altro mondo?” E così Teddy, vedendo lo sguardo curioso e stupito di Gaia cominciò a raccontare:

“Devi sapere che esiste un mondo, lo chiamano il Mondo dei Sogni… è un posto specialissimo e favoloso. Ci sono Fate, Angioletti e tutti gli Amici migliori e le persone a cui si vuole bene che lo popolano. Sapessi quante avventure che si vivono e quante risate si fanno… Tutti sembrano essere sempre sereni ed hanno tanta voglia di giocare. Ma ti rendi conto che bello andare a correre su un prato con le Fatine dei fiori? Oppure cantare insieme a Pinocchio le canzoncine? In questo mondo Papà non va mai a lavorare e Mamma non ha mai da fare altro se non stare con te. Ah… che meraviglia!” Teddy si era perso in chissà quali ricordi e sembravano bellissimi a giudicare dalla sua espressione felice. Ma poi si ricordò che non aveva ancora finito di raccontare del Mondo dei Sogni a Gaia e continuò:

“Devi sapere, cara Gaia, che non tutti conoscono questo posto incantato anche perché non è facile da trovare. Prima di tutto bisogna essere bambini, se poi si è buoni questo rende tutto ancora più semplice. E poi bisogna volerci andare veramente!” Gaia a questo punto non staccava gli occhi di dosso al suo amico orsetto, voleva sapere tutto di questo mondo e soprattutto voleva capire cosa significasse “volerci andare veramente”… Teddy non la lasciò sulle spine e glielo spiegò subito:

“E sì, ci sono tanti bambini che non vogliono mai dormire. Un po’ come capita a te hanno paura di perdere qualcosa chiudendo gli occhietti e allora non riescono mai a trovare la strada per questo mondo meraviglioso. Per riuscire ad andare nel Mondo dei Sogni bisogna avere proprio voglia di addormentarsi, abbandonarsi al riposo senza opporre resistenza… Lasciarsi cullare dal sonno che arriva mentre il mondo di tutti i giorni sfuma a poco a poco… così si comincia ad vedere una piccola lucetta… che piano piano diventa sempre più nitida e ci si rende conto che è di un rosa pallido. Se la segui ad ogni passo il rosa diventa sempre più intenso e ti accompagna un allegro cinguettio di fringuelli e il profumo di dolce appena sfornato si fa sempre più intenso… e quasi senza rendertene conto eccoti là: benvenuta nel Mondo dei Sogni!”

Mentre Teddy raccontava pieno di entusiasmo tutte queste cose, Gaia era eccitatissima e non vedeva l’ora di scoprire questo posto fantastico. Insomma, per la prima volta in tutta la sua breve vita non vedeva l’ora di addormentarsi. E così quella sera quando la mamma cominciò a vedere i primi segni di stanchezza e la prese in braccio per cullarla con tutto il suo amore… Gaia la guardò sorridendo e si addormentò all’istante. La mamma rimase ad osservarla stupita e non riusciva a togliere lo sguardo dalla sua piccola che aveva un’aria ancora più serena del solito. Teddy, dal suo angolino, guardava la scena soddisfatto e aveva capito che la sua amichetta era già arrivata nel Mondo dei Sogni.

Da quel giorno per Gaia il momento della nanna non fu più un problema e durante il giorno era fresca e riposata. Insomma, poteva godersi al meglio ogni momento. E fu così che tutti dormirono felici e contenti!

Le Favole della mamma

mercoledì, 7 Maggio 2008

acquaracconti_favole.jpg

In questa sezione c’è spazio per tutte le favole che vengono in mente alla mamma,

fantasie di poca pretesa… ma tanto amore!